Isabel Allende. Ribelle da ottant’anni.

La vita l’ha messa alle corde diverse volte, ma Isabel Allende, splendida ottantenne da qualche giorno, si è sempre rialzata in maniera egregia facendo leva ogni volta sull’amore, per lei la vera essenza di vita, e sul coraggio, davvero invidiabile, con il quale ha governato i momenti duri della sua esistenza. I suoi romanzi raccontano il proprio vissuto, seppure sapientemente velato.

E a chi li definisce autobiografici lei risponde che si tratta di memorie, meglio, di collezioni di ricordi più finte che reali. In quarant’anni ne ha pubblicati venticinque che, in 42 lingue, hanno prodotto oltre 75 milioni di copie. Che ne fanno l’autrice sudamericana più letta di sempre. E pensare che Isabel nasce come giornalista, dallo stile piuttosto singolare, in cui la fantasia prevale sul reale. Fu nientemeno che Pablo Neruda, suo autore preferito, raggiunto per un’intervista poco prima della sua scomparsa, a farle notare il “particolare”. “I tuoi pezzi” le disse “sono fin troppo fantasiosi, meglio la letteratura”.

Quell’incontro segna la svolta decisiva nella vita professionale della Allende. Un evento ancor più destabilizzante nella coscienza e nella formazione della narratrice è stato il colpo di Stato in Cile dell’11 settembre 1973. Il Presidente Salvador Allende, cugino di suo padre, il diplomatico Tomas, viene destituito dalla carica dal dittatore Augusto Pinochet e, negli scontri, addirittura assassinato. Una perdita devastante, quella di “zio Salvador”: quando Isabel ha solo tre anni, il papà abbandona la famiglia. È proprio lo zio a favorirne il trasferimento, col resto della famiglia, dalla natìa Lima a Santiago.

Qui si stabiliscono presso la casa del nonno materno col quale la piccola Isabel instaura un rapporto di grande affetto. Quella casa e quei personaggi daranno il “la” al primo romanzo della scrittrice, “La casa degli spiriti” dal quale trarrà spunto l’omonimo film con Meryl Streep e Jeremy Irons e che segnerà la consacrazione dell’artista nel mondo. Il libro nasce da una lunga lettera che Isabel, saputo delle gravi condizioni di salute dell’amatissimo nonno, gli scrive, l’8 gennaiodell’81. Non sarà recapitata in tempo, ma quella data, l’8 gennaio, segnerà l’inizio di ogni suo successivo romanzo. Ma la ferita più grande è la morte prematura della figlia Paula. A soli ventotto anni la giovane si ammala di porfiria, un morbo tanto raro quanto grave, che dopo lungo coma la condurrà alla morte nel ’92, l’anno dopo.

Un autentico calvario, durante il quale mamma Isabel trova la forza di raccontare il tempo trascorso con la ragazza. Il romanzo, “Paula”, toccante e autobiografico, sarà pubblicato nel 1995. I temi che ricorrono negli scritti della Allende sono quelli della famiglia e della donna in primis. Anche se, a ben vedere, il contesto storico spesso fa da sfondo ai suoi romanzi. In particolare, le vicende che riguardano la politica tormentata del suo Paese. Dal Cile, dopo il colpo di Stato, Isabel dovette tenersi lontana per diversi anni fino a stabilirsi, in maniera definitiva, in California nell’89. Più volte ha dichiarato: “mai sarei diventata quel che sono se non ci fosse stata quella tragedia”

La Allende si è sposata ben tre volte, l’ultima delle quali sei anni fa. Al futuro marito, un avvocato di New York suo coetaneo, trasferitosi per lei in California, in una delle e-mail scambiatesi nei cinque mesi di corteggiamento scrive: “a 74 anni non ho tempo da perdere, se hai buone intenzioni, bene, se no lasciamo stare…” Roger Cukras, lo “sposo”, vende casa e in breve la raggiunge a San Rafael dove vivono tuttora.

Questo a testimoniare la personalità di Isabel. Mai doma di fronte alle avversità, ha combattuto principalmente per la parità di genere, contro la società maschilista e patriarcale. Femminista convinta in pratica “dalle elementari” come afferma, ha ottenuto diversi riconoscimenti anche per la causa degli immigrati, del quale problema riconosce la tragica attualità e la difficile soluzione. Dice ancora “mi sono allenata molto a lungo per diventare un’anziana appassionata”. Gliene diamo atto. Buon compleanno, Isabel.